In Italia, circa l’80% dell’acqua potabile è di origine sotterranea, più protetta da eventuali inquinamenti; il restante 20% proviene invece da fonti superficiali. Per oltre il 90% della popolazione italiana, l’acqua viene distribuita dagli acquedotti, che controllano giornalmente le sue caratteristiche chimiche e microbiologiche.
L’attività di controllo, eseguita con regolarità e capillarità su tutto il territorio nazionale, mostra che, negli ultimi anni, su 3,5 milioni di analisi effettuate, oltre il 95% dei valori ottenuti sono coerenti con le normative di qualità. Tuttavia, la natura dei suoli e le contaminazioni dell’acqua dovute alle attività umane possono influenzare le caratteristiche originarie dell’acqua. Per questo motivo, non esiste un’unica acqua potabile, ma tante tipologie, a seconda della fonte, degli acquedotti e delle tubature attraverso cui passa prima di arrivare nelle nostre case.
Spesso si rende necessario un processo di potabilizzazione, un trattamento che assicura che l’acqua risponda ai requisiti di salute pubblica richiesti per legge. Questo processo varia in base alla natura dell’acqua e include una fase di disinfezione tramite agenti chimici e fisici. La disinfezione è solitamente effettuata con cloro gassoso, ipoclorito di sodio o biossido di cloro, e talvolta si può percepire un leggero sapore di cloro nell’acqua del rubinetto. Tuttavia, la sua presenza è una garanzia della potabilità dell’acqua.
Ma quali sono le caratteristiche che un’acqua deve avere per essere considerata potabile? Deve essere salubre e pulita, non contenere microrganismi, parassiti o sostanze in quantità tali da costituire un pericolo per la salute umana. Queste caratteristiche devono essere garantite anche quando l’acqua esce dal rubinetto, sebbene le tubature vecchie possano alterarne la qualità, a volte rilevabile per l’alterazione di sapore o odore.
In questi casi, è possibile migliorare la qualità dell’acqua con semplici interventi di manutenzione ordinaria. Ad esempio, è utile eliminare periodicamente le incrostazioni dai diffusori delle docce e dai rompigetto dei rubinetti. È anche una buona abitudine far scorrere l’acqua per qualche minuto prima di consumarla, specialmente dopo periodi di inattività o al mattino. Durante i periodi di inattività degli impianti domestici, si può verificare il fenomeno di stagnamento dell’acqua nei tubi, che può favorire la concentrazione di sostanze responsabili di sapori o odori sgradevoli.